Zungri la “Città di Pietra”
Cari Amici,
oggi vi porterò in un luogo unico in Calabria. Siamo in provincia di Vibo Valentia, a circa 500 metri d’altezza sul livello del mare, sull’altopiano del monte Poro. Ci troviamo in prossimità della rinomata “Costa degli Dei” ( Scopri di più ) e addentrandoci nell’entroterra, visiteremo Zungri detta la ” città di pietra “.
Le origini di Zungri
La parola Zungri deriva dal greco e significa “Pietra”, ecco perché il borgo è stato denominato la “città di pietra ”. Secondo alcuni storici in questo luogo, sin dai tempi della preistoria, ci furono insediamenti umani.
Numerosi sono i ritrovamenti di fossili relativi a quel periodo e anche reperti di età greco-romana. In realtà questo luogo inizierà a popolarsi nel medioevo con l’arrivo degli “sbariati” (parola dialettale che significa “sfollati”); si trattava di monaci basiliani provenienti dall’Oriente.
Le Case – Grotta di Zungri
Durante le lotte iconoclaste tra l’VIII-IX sec. d.C., molti monaci perseguitati dai Musulmani emigrarono nel sud Italia, in particolare in Calabria, trovando riparo nell’entroterra, in luoghi lontani dalle coste, continuamente saccheggiate dagli arabi.
Scavarono le loro abitazioni all’interno di cavità naturali, dando vita alle “case-grotta” e a Zungri se ne conservano ancora 100. Prima di raggiungere l’insediamento rupestre occupato dagli “Sbariati” fino alla fine del secondo conflitto mondiale, ci si potrà soffermare davanti al Santuario della Madonna della Neve, alla quale tutti gli Zungresi, sono devoti.
L’opera più importante è custodita all’interno della chiesa, sull’altare principale. Si tratta di un’opera del XVI sec., di scuola raffaellesca che mostra la Vergine con il bambino.
Spostandosi dalla piazza antistante il Santuario di Zungri e percorrendo alcuni vicoli, è possibile raggiungere il Museo della Civiltà Contadina, allestito all’interno di un vecchio frantoio che custodisce oggetti donati dai Zungresi.
Qui, si trovano suppellettili legati all’aratura dei campi e alla lavorazione della vite, un antico telaio, abiti femminili tipici della fine dell’Ottocento e dei primi anni del ‘900, abiti da sposa e da lutto.
Infine, in un’altra sezione, è presente una tavola apparecchiata, asciuga panni del passato e una camera da letto con la dote femminile.
Qui è possibile, non solo acquistare il ticket per visitare il sito archeologico, ma anche osservarlo in maniera interattiva con un tavolo touch screen.
L’Insediamento Rupestre a Zungri
Lasciato il museo di Zungri, si percorre una stradina in discesa e seguendo l’andamento del costone roccioso, si raggiungono le prime grotte, dalle più recenti alle più antiche.
Il primo ambiente che si incontra è un palmento con due vasche destinate alla pigiatura e alla fermentazione del vino. Continuando lungo il percorso si arriva alle prime abitazioni raggiungibili da una scala scavata nella roccia tufacea. Le case erano monocellulari o bicellulari dalla forma circolare e quadrangolare con ingressi costituiti da archi a tutto sesto. Le case erano separate dagli ambienti destinati alle attività agricole.
Sono presenti strutture ipogee e altre costruite dall’uomo.
Ancora gli studiosi non sanno con certezza il periodo iniziale di utilizzo del sito, ma ciò che è certo che a Zungri tutto è antropizzato e rimasto come un tempo. Visita Zungri con GuideInCalabria e se ti è piaciuto questo racconto, condividilo oppure lascia un commento! Grazie
Autore – Alessandra Scanga
Guida turistica e Founder di GuideInCalabria.
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