Caccuri, il “borgo della Cultura”

Cari Amici,

oggi la nostra collega, Ida Luigia Tedesco, architetto e guida turistica calabrese, specializzata nella valorizzazione dei beni culturali, vi condurrà sul versante ionico della Sila (scopri di più) nel suggestivo borgo di Caccuri, annoverato tra “i borghi più belli d’Italia”.

Caccuri è aggrappato ad uno sperone roccioso e separa due affluenti del fiume Neto. Il nome del borgo, potrebbe derivare dal nome greco Kakouri, oppure dal latino cacumina, che significa la vetta su cui sorge il borgo. 

Siamo nell’alto crotonese dove lo sguardo, tra i dolci rilievi del marchesato, gli alberi di castagno e gli ulivi, spazia fino al mare.

In origine, l’antico abitato di Caccuri, era cinto da possenti mura e aveva tre porte urbiche. Il borgo fu possedimento di diversi feudatari, come la famiglia Ruffo, che dominò su Caccuri nel XIV secolo.

Una delle figure più affascinanti della storia del borgo è la principessa Polistena, data in sposa al primo duca di Milano, Francesco Sforza. La principessa, morì misteriosamente a soli vent’anni, insieme alla figlia Antonia. Si narra che entrambe furono avvelenate da un parente.

E se quello dei Ruffo è il nome più noto, Caccuri, per quasi due secoli, si legò alla dinastia dei Cavalcanti. Nel 1651 il borgo fu acquistato dal Duca Antonio Cavalcante, che mutò notevolmente l’aspetto del luogo. Il ricco proprietario, fece erigere la sua elegante residenza in vetta ad uno sperone roccioso, proprio dove oggi si erge il Castello.

Il Castello e la sua Torre, simbolo di Caccuri  

Il suo “ Castello” venne rimaneggiato più volte nel corso dei secoli, in particolare nell’ottocento dai Barracco. Oggi, questa antica dimora, conserva preziosi soffitti lignei, pavimenti in maioliche, eleganti arredi d’epoca, nonché la splendida Cappella Palatina e la svettante Torre cilindrica.

La torre cilindrica o Mastrigli, deve il suo nome all’architetto Adolfo Mastrigli, autore di un intervento tecnologico a fine XIX secolo. La stessa torre, merlata e di foggia medievale, fu proprio realizzata per nascondere un serbatoio d’acqua.

I vicoli e le chiese di Caccuri

Nel cuore del borgo tra stretti vicoli, stradine impervie e piccoli slarghi, in prossimità del Castello di Caccuri, si ritrova la Chiesa di Santa Maria delle Grazie. La Chiesa, risalente al XIV secolo, fu danneggiata da due terremoti. Oggi è caratterizzata dal campanile in pietra, alla destra della facciata.

Ai margini dell’abitato, si può osservare l’antica Badia di Santa Maria del Soccorso o della Riforma, già annessa al convento domenicano nel XVI secolo, insieme alla Cappella del SS Rosario. Qui, si conservano preziosi tesori: altari barocchi, statue ed interessanti soffitti lignei a cassettoni.

La “Timpa dei Santi” a Caccuri

Il territorio circostante è punteggiato da anfratti e grotte scelte durante l’alto medioevo dai monaci basiliani, eremiti in fuga dall’oriente. In una località denominata “Timpa dei Santi” si nasconde un luogo di grande suggestione, un’antica “Laura” bizantina un piccolo agglomerato di celle, ricavate nella roccia, con annesso oratorio. In quest’ultimo resistono al tempo tre nicchie con piccoli lacerti di affreschi che celano figure di Santi e angeli, la Vergine con Bambino ed al centro il Cristo Pantocratore nell’atto di benedire.

“Premio Letterario Caccuri”

Menzione particolare ad un evento che si svolge a Caccuri nel mese di agosto del 2012: il “Premio letterario Caccuri”. Si tratta di un contest di saggistica voluto dall’Accademia dei Caccuriani, durante il quale il borgo si popola di numerosi personaggi importanti nel contesto culturale italiano.

Fare un viaggio nel borgo di Caccuri è come tornare indietro alla scoperta di una storia millenaria, godere di incantevoli panorami, rallentare i ritmi frenetici della quotidianità e riprendersi il giusto tempo…vieni a scoprirlo con noi!

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Autore – Ida Luigia Tedesco

Autore – Ida Luigia Tedesco

Architetto e Guida turistica abilitata in Calabria.

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