Catanzaro, Sanguinis Effusione: l’ultima tappa della “Via della Seta”

Cari Amici,

il nostro viaggio virtuale alla scoperta della prima “Italia” continua. Ci spostiamo nel cuore della Calabria e visitiamo il nostro Capoluogo, Catanzaro, che si affaccia sul golfo di Squillace, nel mar Ionio.

Catanzaro è nota come la “Città tra i due mari“, in quanto è situata nell’istmo di Catanzaro, ovvero la striscia di terra più stretta d’Italia, dove soli 30 km separano il mar Ionio dal mar Tirreno.

E’ anche definita “la città delle tre V” e sapete perchè si chiama così?

  • V di Vento, per il vento che con forza da est a ovest attraversa l’istmo lametico-scilletico e che rende limpida e salubre la sua atmosfera;
  • V di Vitaliano in onore del suo Santo patrono;
  • V di Velluto per la produzione di seta e tessuti derivati di ogni genere. “V V V” era la sigla con cui venivano identificati, sui mercati nazionali ed esteri, i tessuti provenienti dalla città.

Le origini della città di Catanzaro

Catanzaro storicamente è stato uno dei grandi centri europei di produzione serica sin dal periodo bizantino. Difatti, il nome della città di Catanzaro deriva dalla sua natura greco-bizantina e la sua etimologia “KATA’-ANTZARION” indicava una città fondata “sotto gli orti fioriti”, ovvero terrazzamenti fertili scelti e coltivati dagli stessi bizantini per la produzione del Gelso bianco e nero nutricato.

Il Mito di Cattaro e Zaro

Secondo la leggenda furono proprio due condottieri bizantini, Cattaro e Zaro, che condussero le popolazioni rivierasche della città magno-greca di Skilletion, corrispondente alla romana Scolacium prima sullo Zarapotamo e successivamente sul Trivonà. La scelta territoriale sarebbe stata legata alle continue incursioni saracene, che spinsero a spostare l’abitato in zone più elevate. 

Tale fondazione storicamente èinvece  attribuita alla seconda metà del IX secolo, per decisione del generale bizantino Niceforo Foca il vecchio, dal quale avrebbe inizialmente preso il nome di “Rocca di Niceforo“.

Catanzaro e l’Arte della Seta

Catanzaro fu nell’XI sec., durante la dominazione Normanna che la città conobbe una grande fioritura delle arti e dei mestieri; in particolare la seta, fu esportata anche in altre regioni d’Italia e nei paesi orientali ed europei. 

Secondo alcuni storici l‘arte della seta fu introdotta nella cittadina da una casta di Orientali che occupava il territorio, mentre secondo una tradizione catanzarese, sia il gelso che il baco sarebbero stati inseriti in Europa solo durante il dominio Aragonese.  

Difatti, a Catanzaro l‘Arte della seta era già florida a partire dal 1432, da quando alcuni artigiani furono chiamati in Sicilia, per insegnare l’arte del velluto, e in Francia, a Lione nel 1466 e Tours nel 1470, quando il re Luigi XI decise di istituire nei propri domini la manifattura della seta.

Il “Telaio Jacquard”

Secondo la tradizione a quei tempi comparve il primo telaio meccanizzato attribuito a “Giovanni il Calabrese“, invitato a corte da Luigi XI.  Il telaio destò grandi preoccupazioni, nel mondo operaio dei tessitori francesi e fu boicottato in diverse occasioni ostacolandone la diffusione, temendo un aumento della disoccupazione nel settore tessile.

Oggi un esemplare del telaio è custodito nel Museo delle arti e dei mestieri a Parigi. Secoli dopo, il francese Joseph Marie Jacquard, studiò il telaio di Giovanni il Calabrese e perfezionandolo, brevettando la macchina tessile che da lui prese il nome.

Nella tradizione manifatturiera ebbero grande importanza gli Ebrei e quando vennero banditi da tutti i territori dominati dalla Spagna, la produzione declinò. Della loro presenza ne resta traccia nel quartiere catanzarese tuttora chiamato Filanda, dove anticamente erano ubicati i laboratori per la tessitura e la filatura della seta.

San Vitaliano: il Protettore di Catanzaro

La città, fin dalla sua fondazione, fu costruita con precisi scopi difensivi, capace di resistere a lunghi assedi. Il 1461 fu un anno sanguinoso per la città e che passò alla storia, poiché ricorda quando i catanzaresi si ribellarono al potente Marchese Centelles. Durante la notte un gruppo di cittadini tentarono un assalto al castello in cui viveva il Marchese. La notizia si sparse rapidamente in tutta la città dando vita alla sommossa che costrinse il Marchese alla fuga. 

Durante gli scontri scoppiò un grande incendio nel quartiere Paradiso adiacente al castello, ma le fiamme furono miracolosamente deviate dal mutare del vento, secondo la leggenda per intercessione di San Vitaliano, contenendo il numero di vittime ed evitando che il fuoco si propagasse all’interno della città. In seguito a questo evento l’antico rione Paradiso fu ribattezzato con il nome, che tuttora possiede, di Case Arse.

Lo Stemma Civico di Catanzaro

Un altro avvenimento storico importante fu quando i catanzaresi  combatterono eroicamente contro i francesi e resistettero fino al 1528. Dopo la loro vittoria, l’Imperatore Carlo V concesse alla città il diritto di utilizzare come suo simbolo l’Aquila imperiale, che da allora divenne lo stemma civico. Il rapace reca sul petto uno scudo rappresentante i tre colli della città sormontati da una corona e regge col becco un nastro azzurro col motto Sanguinis Effusione 

Dunque la città di Catanzaro fu un importante centro economico per il regno di Napoli e della sua arte serica, oggi, rimangono poche tracce. 

Se vuoi scoprire tanto altro della Città di Catanzaro, contattaci e ti guideremo nei meandri più nascosti di questo luogo, in cui vi è tanto altro da raccontare. Se questo racconto ti è piaciuto, condividilo oppure lascia un commento! Grazie

Autore –  Tommaso Scerbo

Autore – Tommaso Scerbo

Archeologo specializzato in Archeologia della Magna – Grecia ed accompagna turisti di italiani e stranieri.

Ha pubblicato da poche settimane, il suo primo libro sulla città di Catanzaro.

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